Cèline è il cortometraggio diretto dal giovane regista Antonio Lo Porto. Il protagonista è un attore che ha da poco raggiunto il successo ed è interpretato da Gabriele Amurù, mentre il ruolo della sua ragazza è stato assegnato a Céline Barbone.
All’inizio sembra tutto chiaro, ma più si avanza con la storia più compaiono nuovi elementi che fanno rivalutare ciò che si è visto in precedenza. Non posso nascondere, quindi, di averlo guardato più di una volta per cercare d’interpretare in maniera coerente ogni avvenimento.
Dato che lo stesso protagonista durante la storia perde lucidità oserei dire che questa scelta narrativa sia un modo per accompagnarlo nella sua evoluzione. In pratica come l’attore perde il senso di razionalità e chiarezza così anche lo spettatore, e lo trovo geniale.
Il tema è la sensazione di disagio e di solitudine che può manifestarsi in noi in un determinato periodo della nostra vita, a seguito di avvenimenti particolari. Stato d’animo pericoloso, che ognuno affronta a modo proprio. Il cortometraggio ci mostra come in questi momenti non sia facile prendere la strada giusta e che la mancanza di comunicazione possa giocare un ruolo fondamentale sullo sviluppo di questa sensazione.