Presentato nella sezione Un Certain Regard della 78esima edizione del Festival di Cannes, Caravan è un road movie che lascia il segno. Un film che parla di umanità, libertà e desiderio di vivere. Ma anche di estate, amore e sesso.
La storia si snoda tra la Riviera Romagnola e la Calabria, sotto il sole intenso di un’estate italiana. Ester, madre single di David, un ragazzo con disabilità mentali, parte a bordo di un camper per attraversare il Paese. Il suo piano iniziale era diverso: due settimane di pausa, da sola, a casa di una vecchia amica. Ma all’ultimo momento è costretta a portare con sé il figlio. È l’inizio di un viaggio fisico e soprattutto interiore, che mette a nudo desideri, fragilità e contraddizioni.
La regista, la ceca Zuzana Kirchnerová, torna a Cannes dopo il successo del cortometraggio Baba, premiato nel 2009 dalla Cinéfondation. In Caravan sceglie Anna Geislerová per il ruolo della protagonista. “Cercavo un’attrice capace di entrare davvero in sintonia con la sceneggiatura, che non avesse paura di arrivare al cuore del film”, ha spiegato Kirchnerová. “Dal primo incontro ho capito che Anna sentiva profondamente questa storia”.
Il film ha anche un’intensa componente autobiografica: la stessa regista è madre di un figlio con sindrome di Down e autismo. Caravan, però, non si lascia mai appesantire dal dolore. Al contrario, Kirchnerová sottolinea: “Nonostante il tema difficile, volevo realizzare un film che lasciasse spazio alla leggerezza, alla sensualità e a un umorismo amaro”.
La produttrice lo definisce “un film che esplora la genitorialità in modo raro, senza idealizzazioni: pieno di dubbi, desideri e sensi di colpa. Una storia sull’amore e sulla libertà che a volte dobbiamo imparare a concederci.”
Ma Caravan è più di tutto questo. Non offre risposte né giudizi. Mostra, semplicemente. E lo fa dando centralità al corpo: un corpo esposto, vissuto, spesso vulnerabile. Il contatto fisico tra Ester e suo figlio durante le crisi, la ricerca di intimità nei brevi incontri sessuali con uomini incontrati lungo il viaggio, il corpo che si bagna al mare, che si scotta al sole, che porta i segni — graffi d’amore e di fatica.
Tutto in Caravan parla di una vita che non vuole rassegnarsi al tempo che passa, ma che ha ancora voglia di estate, di baci, di carezze. Una vita imperfetta, ma profondamente vera.



