Azor (2021) è il magnifico esordio alla regia di Andreas Fontana, classe 1982, originario di Ginevra ma di adozione argentina. Dopo aver conseguito un Master of Arts in Letterature Comparate presso la Université de Genève, Fontana si è trasferito a Buenos Aires dove ha svolto il ruolo di production assistant. Prima di Azor ha diretto due cortometraggi: il primo, Cotonov Vanished (2009), ha vinto il premio First Steps presso il festival di Nyon, Vision du Réel; mentre il secondo, Pedro M, 1981 (2015) ha ricevuto una nomina allo Swiss Film Award. Se i due corti fanno parte del cinema documentario, Azor, invece, è il primo lungometraggio di finzione del giovane regista svizzero, grazie al quale ha ricevuto una nomina presso il Festival internazionale del cinema di Berlino e ha vinto il premio Emerging Swiss Talent Award presso lo Zurich Film Festival.

Il film racconta la vicenda del banchiere svizzero Yvan De Wiel (Fabrizio Rongione) e della moglie Inés (Stéphanie Cléau) che da Ginevra si recano in Argentina per seguire le tracce del collega scomparso René Keys e rinsaldare i contatti con i clienti del paese sudamericano. L’anno in cui è ambientata la storia è il 1980 e la nazione latina in cui si ritrovano i due protagonisti si trova sotto la sanguinaria dittatura militare di Jorge Rafael Videla. Di questa, tuttavia, non viene mostrato assolutamente nulla: solo nei primi minuti del film si intravedono dei militari che perquisiscono dei cittadini, mentre il resto del lungometraggio è privo di scene direttamente riguardanti la situazione politica del paese. Infatti, nella ricerca del collega e nel tentativo di conservare gli affari con i clienti argentini, Yvan De Wiel si muove da un hotel di lusso a una bellissima villa in campagna, da un ricevimento a un concorso ippico, da una cena di gala a un’enorme fazenda, senza mai nemmeno sfiorare il mondo reale ma restando perennemente all’interno dell’alta borghesia argentina e della campana di vetro che questa ha costruito per se stessa, fatta di fredda eleganza, formalità compassata e di discorsi composti da sensi nascosti e parole non dette.

(foto: alinafilm.ch)

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