La seconda giornata di questa edizione si è rivelata ricca di ottimi film. I grandi nomi stanno dimostrando di essere all’altezza delle aspettative e siamo sempre più curiose di vedere anche gli altri titoli del concorso.

The Mountain l’abbiamo visto il primo giorno ma causa embargo non ne potevamo parlare ieri.

È un film che si disvela piano piano. Attraverso un dialogo fatto di immagini più che di parole. Tye Sheridan, silenzioso ma potentissimo, dipinge la quotidianità di un ragazzo fermo, cristallizzato nella sua vita lavorativa nel palazzetto del ghiaccio che gestisce col padre. Ma sotto la pelle freme un desiderio. È la spinta del film: la ricerca di un ragazzo della sua cima, del raggiungimento del suo equilibrio. E che per farlo decide di seguire un sedicente medico che si sposta di manicomio in manicomio per effettuare lobotomie. Un viaggio in cui il silenzio diventa rumore e dove le passioni si percepiscono sotto le gradazioni di grigio della fotografia.

ROMA di Alfonso Cuarón è stato il primo film della nostra seconda giornata.

Uno tra i migliori film del noto regista messicano, che racchiude in sé un’incredibile poesia. La fotografia del tutto in bianco e nero fa da cornice ad una storia semplice, dolce, umana e ricca di profondità. La nostra teoria che si tratta di uno dei film più papabili per la vittoria del Leone d’Oro è stata confermata. I possibili favoritismi da parte di Del Toro non esistono e speriamo non influenzino la giuria perché si tratta di un’opera forte, che si colloca a testa alta nella selezione.

The Favourite era tra i nostri film più attesi della mostra.

Forse lo abbiamo atteso troppo? La visione è stata piacevole, ma non all’altezza delle aspettative. Sebbene la struttura del gioco di potere a corte, in cui due fedelissime della regina si contendono le sue attenzioni, è di base una premessa molto interessante, ma purtroppo il film è lungo e a tratti debole. Dopo la visione ho realizzato che il film non è stato scritto dal regista (a differenza dei suoi precedenti film) e la cosa si nota moltissimo, sebbene siano state studiate per tutto il film delle battute in pieno stile Lanthimos. Peccato, perché il film è irrobustito dalla prova attoriale di attrici fenomenali quali Rachel WeiszEmma Stone e soprattutto Olivia Colman, e da una regia ancora più estrosa nella scelta dei movimenti e delle inquadrature. Se già in The Killing of a Sacred Deer avevamo visto inquadrature più ampie e movimenti a seguire qui ci ritroviamo quasi in un’altalena tra grandangoli che distorcono quadri e forme.

Infine Mi obra maestra di Gastón Duprat, di cui avevamo già visto El Ciudadano Illustre che avevamo amato. In questo film non delude, ci sono proprio le caratteristiche che ci aspettavamo: commedia con una punta di amarezza e una scelta di attori che funziona. La coppia Francella – Brandoni non perde un colpo per tutta la durata del film, rendendo giustizia a una sceneggiatura tanto esilarante quanto tagliente.

Le nostre avventure al Lido continuano fino all’otto quindi continuare a seguirci e fateci sapere che ne pensate!

 

Scritto da Arianna Vietina e Elisa Biagiarelli  (originariamente pubblicato su http://peppermindsblog.it/venezia-75-2-aspettative-soddisfatte-e-non/  fonte immagine: intrattenimento.eu)