Siamo dalle parti dei fratelli Dardenne con questo film indiano. Quindi, lasciate perdere Bollywood, i balletti, i canti e le storie d’amore mielose e immergetevi in una realtà dura, da operai e che lascia poco spazio al sogno.

Hareesh e Reshmi sono una coppia di emigrati dal Kerala e lavorano in una fabbrica di guanti medici nei pressi di Nuova Delhi, durante la pandemia. Tra gli operai riemerge un vecchio video che apre un vaso di Pandora, mettendo a rischio il lavoro e il matrimonio dei due.

Il ritmo del film è ben scansionato e segue veloce (come appunto fanno i Dardenne) la coppia e le loro (dis)avventure. Il regista Mahesh Narayanan, pesca dalle sue origini (è infatti originario del Kerala) per mettere in scena un dramma umano dei nostri giorni. Dove le condizioni di lavoro in fabbrica (e quindi un tema classico) si mescola con la tecnologia del telefonino e i pericoli che ne possono derivare.

Il film rappresenta pure un’evoluzione della figura femminile. All’inizio, infatti, Reshmi, appare come la classica donna indiana sottomessa al marito che non ha desideri propri né volontà di far valere la propria personalità. Ma prendendo coraggio e consapevolezza della propria forza combatte per riottenere la dignità, ingiustamente, perduta.

Una prima opera piuttosto riuscita, del concorso internazionale di questa 75esima edizione del Locarno Film Festival, che fa ben sperare per il proseguo del concorso.