Un film che lascia l’amaro in bocca. Non certo per come è costruito. È girato bene, la fotografia emoziona. Ma per l’incredibile mancanza di umanità e morale di questa giovane regista. Una giovane donna che approfitta della fragilità, della difficoltà e della solitudine di un uomo anziano. Ne usa il corpo e l’anima con l’unico scopo di fare il film. E tu stai li, a guardare l’abuso perpetuarsi per anni. Questa è la sensazione. Gioca con i suoi sentimenti, li accende e li spegne a suo piacimento. Lo abbandona a sé stesso e alla sua paura del mondo. Viola la sua intimità in maniera forzata, non c’è naturalezza, non c’è rispetto. E ti senti violato anche tu.
Ora mi chiedo, finzione? È una messa in scena che vuole raccontare un abuso? O è solo la gelida cronaca di una totale mancanza di sensibilità? Fosse una sapiente sceneggiatura meriterebbe senza dubbio una lode. Così non fosse preferisco non commentare.
Il film in una frase: quando speri che sia finzione.
VOTO: NON CLASSIFICABILE
legenda voto: da minimo 1 a massimo 6