Quando Ridley Scott torna dietro alla macchina da presa è sempre un evento. E se lo fa per tornare a dirigere una saga come quella di Alien (da lui creata nel 1979), è ancora più significativo.

Alien Covenant è il sequel del film Prometheus uscito nelle sale nel 2012 e secondo prequel della saga di Alien. Da notare che torna a far parte del cast principale Michael Fassbender, in aggiunta a Katherine Waterston, Billy Crudup, Danny McBride e Demián Bichir.

Ambientato dieci anni dopo gli eventi narrati in Prometheus, il film racconta della missione di colonizzazione su larga scala del pianeta Origae-6, sul fianco estremo della galassia, da parte dell’astronave Covenant con a bordo 2.000 persone addormentate artificialmente e sulle quali veglia l’androide Walter (Michael Fassbender).

Si tratta del sesto episodio della serie e – per ora – non ha avuto il successo sperato in quanto negli USA (a fronte di un budget di quasi 100 milioni messo sul tavolo dalla 20th Century Fox per la produzione) ha guadagnato solo 64 milioni, mentre all’estero altri 100 milioni. Non è un vero e proprio flop, per intenderci, ma comunque un incasso che lo pone – tra i film della saga – nella fascia di quelli che hanno avuto meno successo. Anche il responso del sito Rottentomatoes lo dà nella media, ma nulla più, con un 61% di apprezzamenti. Leggermente più alta la valutazione data dalla critica con un 71%.

Se da un lato l’evento è sicuramente tale con il ritorno alla regia di Scott e davanti alla macchina da presa quello di Fassbender, d’altro forse il meccanismo è un po’ consumato. O non siamo più ai tempi in cui, come alla fine degli anni 70, il gotico applicato alla fantascienza, era una novità che incuriosiva gli spettatori e il mostro creato dallo svizzero H. R Giger riusciva a stupire tutto il mondo. Siamo nel 2017, il mondo è cambiato e con esso i mostri che nascono dal nostro inconscio.