Il cinema e la letteratura vivono di rimandi continui, e se un tempo era il cinema ad essere considerato un’appendice della letteratura, oggi non è raro che siano i romanzi a nutrirsi dell’immaginario proprio dei film per trasformali in nuove storie. In questo scambio di suggestioni, si colloca la produzione artistica di Edoardo Albinati, scrittore e sceneggiatore italiano, invitato quest’anno come guest curator de L’immagine e la parola (10-12 marzo 2017).

I romanzi di Edoardo Albinati riflettono il percorso autobiografico dell’autore, soffermandosi su questioni centrali nella società italiana: gli anni della contestazione, la ricerca di una nuova forma d’impegno politico, le missioni umanitarie tra l’insegnamento in carcere e l’aiuto in Afghanistan. All’evoluzione in una scrittura magmatica e potente è sottesa la ricerca sul suo ruolo di figlio, insegnante, padre. Ed è proprio un cinema dalle potenti figure maschili a dominare il suo immaginario: Cane di paglia di Peckinpah emerge come cuore nero del suo ultimo libro La scuola cattolica, vincitore del più rilevante premio letterario italiano nel 2016. Il romanzo, già in traduzione in diverse lingue, è un’analisi lucida, travolgente e spietata sull’educazione negli istituti privati, colta in un momento di progressivo cedimento della centralità del maschile e della figura paterna nella società.

Non stupisce il suo continuo dialogo con Marco Bellocchio, che negli anni Settanta ambientò proprio in un collegio di gesuiti il suo Nel nome del padre. Con il regista, Albinati ha lavorato all’adattamento di Fai bei sogni (presentato a Cannes nel 2016), tratto dal caso letterario di Gramellini, a coronamento di un percorso di sceneggiatore iniziato in maniera casuale con l’incontro con John Jost. Spettatore curioso e onnivoro, lo scrittore è entrato in relazione con i più interessanti giovani autori italiani, dall’attore Filippo Timi (con il quale ha scritto un libro autobiografico a quattro mani, Tuttalpiù muoio) al regista Matteo Garrone (per il quale ha collaborato per Tale of Tales e il nuovo Pinocchio).

articolo di Daniela Persico