Il pubblico è quello delle grandi occasioni. E questa lo è. Sotto il sole cocente di Locarno, impeccabilmente vestito, ha conversato con il pubblico, ma soprattutto con una vasta schiera di giornalisti, Adrien Brody.

Una carriera, la sua, iniziata giovanissimo a soli 12 anni con un film per la tv. «ricordo ancora il consiglio che mi diede mio padre il giorno del provino: comportati come se il ruolo sia già tuo. Grande consiglio. Così ho fatto e la parte in effetti la ho avuta» svela con un sorriso.

7 anni più tardi il grande salto e l’avvio di una carriera che lo ha visto interprete di straordinari personaggi. «Amo i personaggi che mi permettono di scoprire cose nuove, che mi mettono alla prova e che sono una sfida con me stesso. Ho interpretato ruoli diversi, molto diversi tra di loro. Ognuno mi ha permesso di affrontare un lato della vita e di capire meglio il mondo che ci circonda».

Con Grand Budapest Hotel Brody si confronta con il suo lato comico. «Ho interpretato moltissimi ruoli drammatici, ma con Wes Anderson ho scoperto il lato più leggero della commedia. È stato liberatorio. Mi sono reso conto che c’è spazio anche per lo humor!»

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